Mai avrei pensato che
esistesse un paese a così poca distanza da casa mia con cosi tanti
piccoli segreti e tanto meno ci sarei finito se un giorno, con mio
padre, non avessi deciso di andare a cercare un ristorante, Da Romè,
in occasione di una comunione che da li a poco si sarebbe tenuta.
Giungendo alla
rotonda vicino alla raffineria di Sannazzaro De Burgundi, mi accorgo
di un cartello con un disegno stilizzato di una abbazia e la scritta
Breme.
Accosto e diamo un
occhiata e forte dell'intesa che ho con mio padre, non c'è voluto
nemmeno uno scambio di opinione per dire “Andiamo”.
E cosi fra risaie e strade
statali siamo arrivati in fine a Breme e, districandoci per le viuzze
del borgo siamo arrivati fino alla piazza del municipio che si trova
accanto all'Abbazia.
Il primo impatto lascia
una sensazione strana al palato.
Come qualcosa che può
rivelarsi saporitissima un secondo dopo così come insipida.
Infatti non è quello che
ci si aspetta quando si pensa ad abbazia.
Il lato positivo è che
non essendo “solo” una abbazia è aperta sempre.
Quello non negativo ma
comunque inaspettato è la conversione di un'area in appartamenti.
Il tutto lascia un po'
perplessi perché la prima cosa che ho pensato è stata che per
quanto fosse bello poter girare il posto senza limitazioni di orario
ne costo di biglietti, allo stesso tempo non volevo entrare nello
spazio domestico di qualcuno.
Per questo i primi 5 –
10 minuti sono stati più di orientamento che altro.
Infatti abbiamo scoperto
le varie stanze adibite a vario uso per la comunità nonché i bagni
pubblici.
Sotto il porticato , oltre
a varie lapidi e la storia della abbazia, c'erano anche bacheche con
la storia e le attività locali che sempre mi affascinano quando
torno in Italia.
Vedere quanto i piccoli
borghi sanno ancora radunare i loro abitanti dietro attività e sagre
è una cosa che i paesi esteri, specie quello britannico credo un po'
ci invidino.
Ad ogni modo la prima
sorpresa del posto è stata la Cucina dei Frati.
Non ero sicuro se fosse un
refettorio per i poveri o una parte originale di come era
storicamente la cucina dei frati.
Varchiamo con indugio la
porta e scopriamo che è la seconda, una parte conservata come era
nel passato.
Un interruttore in cima
alle scale, posto vicino al mulinello di legno classico dei pozzi,
accende una fioca luce lungo i gradini che scendono.
Tuttavia non svelano la
sorpresa che si trova alla fine della rampa.
Infatti scesi in fondo ci
si trova in questa cucina.
Un aparete e' dominata dal camino e se non fosse per la fioca luce e lampade strategicamente collocate per
dare l'idea dei fuochi di cottura, sarebbe buio pesto.
La mancanza di legna che arde, pentolame, cibo e soprattutto diindaffarati monaci , sono l'unico segnale che non stiamo vivendo nel passato.
Non mi sarei mai aspettato
una cosa così ben fatta e accessibile da chiunque a gratis.
Un po' mi ha dato da
pensare e il pensiero era che se fossimo in Gran Bretagna minimo
pagheresti 4 sterline di ingresso e ci sarebbe un centro visitatori!
Detto ciò visitiamo ogni
angolo e sentiamo il profumo di storia trasudare dai muri.
Dopo esserci sentiti
passare il tempo addosso risaliamo e continuiamo la perlustrazione.
Dalla parte opposta del
chiostro si trova infatti un piccolo passaggio che porta... a due
campi da tennis!
Lo so sembra assurdo ma
quello che era un cortile una volta ora sono due moderni campi da
tennis.
Ci sarebbe davvero molto
da domandarsi ma non sono qui per indagare su permessi edilizi.
Più che altro scendiamo
nella Cripta.
All'inizio scendiamo senza
la luce e il tutto rende molto suggestiva la visone di queste colonne
delinearsi nel buio con la fioca luce che penetra dalle finestrelle.
C'è un un buco circolare
profondi circa 30 cm nel centro della stanza e alcune delle colonne
sono di mattoni e altre di pietra , tipo granito.
In un anfratto del muro
c'è una rientranza e una piccola luce illumina un ritratto della
Madonna in una stanza che poteva benissimo essere stata un magazzino
in precedenza.
Se non lo e stato ai suoi
tempi lo e stato nei primi del 900 e lo si evince dallo stato della
porta e da vecchie damigiane nascoste negli angoli.
È impossibile non
fermarsi un attimo e pensare non tanto alla funzione religiosa del
posto ma all'organizzazione di un posto così negli anni e a chissà
quante persone hanno vissuto lavorato e pregato in questi posti.
Passata la fase di
raccoglimento è ora di uscire ma non prima di aver respirato di
nuovo a pieni polmoni l'odore stanco di una struttura una volta
vibrante di vita.
Con un mix di sensazioni
lasciamo il posto.
In conclusione credo che
l'abbazia merita decisamente una visita, anzi non si può davvero
ignorarla. Tuttavia penso che si possa apprezzare di più con una
guida (ci sono visite guidate) che da soli.
Il fatto è che làabbazia lascia
tanti quesiti quando è bella e interessante e ammetto che in futuro
io stesso vorrei tornarci e sentire il tour guidato cosa racconta in
più sulla storia che le iscrizioni su grosse lapidi commemorative e
i dépliant accennano.
La bellezza della scoperta di un posto così e la sua casualità sono l'anima dell'esplorazione.
La bellezza della scoperta di un posto così e la sua casualità sono l'anima dell'esplorazione.