giovedì 10 gennaio 2013

Il Passo del Penice

Un giorno senza nebbia o pioggia. Un giorno comunque freddo anche se non freddo come gli altri anni. E' un inverno quasi senza neve questo nel quale decido di fare un salto con un amico a vedere il Passo del Penice.


Sono anni che non mi avventuro qua su e l'ultima volta che ci son stato non avrò avuto più di 10 anni.
Sembrava di salire sull'Everest e si preannunciava un viaggio epico ma crescendo si scopre che questa vetta e' poco più alta di 1100 metri sul livello del mare a cavallo fra Lombardia e Emilia Romagna
Due righe di storia...
La zona dove sorge il passo e' famosa principalmente per la vicina Bobbio dove e' sita una delle abbazie fondate da San Colombano (542 - 615 DC), uno dei monaci più celebri della religione cattolica che, dall'Irlanda passando per la Francia, ha fondato monasteri in diverse parti d'Europa.
Grazie a lui e alla regina Teodolinda sulla vetta del passo venne eretto, sopra i resti di un tempio pagano celtico-ligure, il Santuario della Madonna del Penice.


Tale santuario oltre ad essere il punto più elevato del passo offre anche una panoramica a 360 gradi di tutta la zona.
Successivamente, sotto Carlo Magno, divenne un valico di una certa importanza che dominava l'accesso alla Liguria e quindi al mare.
Successivamente diminuisce la sua importanza finché, con l'avvento delle telecomunicazioni, nel ventesimo secolo, cominciano a spuntare come funghi antenne e ripetitori che tutt'oggi caratterizzano e rendono facilmente riconoscibile la vetta da qualunque versante la si guardi.


Il mio compare di viaggio non e' mai stato in questo posto e mi ricorda , mentre parliamo salendo la vetta, che e' davvero peculiare la nostra parte d'Italia.
Passi dalla pianura nebbiosa alle cime innevate passando per i vigneti e spesso nemmeno ce ne accorgiamo più.
Tornando verso casa in macchina non posso fare a meno di notare quante vette delle colline che costeggiano la statale hanno un castello o una torretta in cima.
In poco tempo realizzo che non importa se sia un santuario, una torre o un'antenna: l'uomo lascia il segno del suo passaggio attraverso il tempo e il paesaggio.
E lo fa non solo in pianura ma anche sulla vetta più sperduta quasi a sfidare la natura di questi posti che segretamente ama come ama le sue tradizioni.












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